lunedì 28 giugno 2010

Quel ragazzo


Quel ragazzo dalla pelle scura ha un aspetto da duro. Quando cammina per strada, quando pensa, ha un'espressione molto seria. Ma quando gli rivolgi la parola ti dona un bellissimo sorriso, il suo viso s'illumina. Quel ragazzo grande, robusto dall'aspetto duro, sembra un bambino quando scoppia a ridere..quando si concentra nella pronuncia di qualche parola..quando si ostina a dire "ciocio" per voler dire "socio". Diventa molto tenero. Quel ragazzo con l'aria da duro si ferma a chiacchierare con l'anziana vicina, ama gli uccelli e lì sa anche riconoscere, può passare dieci minuti a parlarti della luna,dicendo "questo è più bello..". La cosa che più mi piace di lui sono gli occhi. Belli, grandi, profondi. Ha uno sguardo che parla. Il suo sguardo mi ha detto tante cose..mi ha detto che gli piacevo..mi ha detto che mi voleva bene.. e non solo,mi ha detto che nella sua vita ha sofferto. I suoi occhi hanno visto la sofferenza da vicino. I suoi occhi si fecero molto seri quando una sera mi disse "no, tu non puoi capire, davvero." Ed io mi accorsi che, sul serio, non potevo capire. Saprà meno cose di me, ma quello che sa l'ha toccato con mano. Chissà se potrò mai rivedere quegl' occhioni, quel sorriso tenero, se sentirò dire di nuovo "questo è più simpatico"... Ad ogni modo, sono serena, perché io ho avuto la fortuna di conoscerlo, quel ragazzo.

venerdì 25 giugno 2010

Davvero una "buonasera"


Ieri era San Giovanni, patrono di Firenze. E come ogni anno, migliaia di persone, intorno alle dieci, si sono ritrovate sparse in ogni angolo della città, tutte con il naso all'insù a gustarsi i fuochi d'artificio. Grandi e piccini, giovani e meno giovani. Io sono arrivata molto prima delle dieci, perché il fiorentino doc del mio gruppo si era posto l'obiettivo di arrivare alle otto su Ponte Vecchio per guadagnarsi un posto in prima fila. E così è stato. Con questo largo anticipo l'attesa è stata lunga, ma piacevole. A quell'ora, d'estate, Firenze è proprio bella. I colori del tramonto dominavano il cielo, un vento leggero allietava i nostri volti..ondate di gente di lingue diverse attraversavano il ponte..E lì al centro, un uomo, un certo Claudio che tutti sembrano conoscere, con una chitarra e un microfono ci divertiva con un dolce sottofondo. "Da dieci!"..come direbbe una mia amica.I fuochi me li sono proprio goduti, appoggiata al muricciolo con il viso appoggiato sulle mani, come fanno i bambini.I colori predominanti sono stati il rosso, il verde e il bianco..forse un omaggio ad una nazionale che proprio ieri ci ha deluso amaramente. Il bello della mia visuale è che permetteva di vedere contemporaneamente lo scoppio di colori nel cielo e immediatamente sotto, il riflesso sul fiume. Il fuoco che mi piace di più in assoluto è quello color oro che scoppia alto nel cielo e scende giù lentamente fino a raffigurare nel buio notturno, un enorme salice piangente. Finiti i fuochi, ci siamo ritrovati ancora lì a sedere sul marciapiede, uno vicino all'altro rivolti verso Claudio che nel frattempo aveva ricominciato a cantare il suo "buonasera"..unico rammarico della serata è non aver conosciuto quel ragazzo carino carino,un pò serio,dall'aria intellettuale che stava seduto vicino a noi.Ha atteso, tutto solo, l'inizio dello spettacolo e quando è iniziato,il suo volto ha assunto un'espressione così entusiasta da fare quasi tenerezza..è sì, non averci parlato, questo sì che è stato l'unico peccato..

lunedì 21 giugno 2010

Profumo di semplicità..

Avete presente l'effetto che fa annusare uno sciroppo alla menta quando abbiamo tutte le vie respiratorie intasate? Quel senso di freschezza e quella sensazione di tornare a respirare? Ecco, ieri l'incontro con una persona mi ha fatto questo effetto. Sono bastate poche ore di chiacchiere per risollevare il triste andamento del mio weekend. La semplicità esiste. E mi fa bene starle a contatto. Se ci penso mi sembra di sentire ancora odore di menta..

domenica 20 giugno 2010

Quando l'ispirazione vien di notte..



Quando ho scelto il nome del mio blog, mi è balenato in testa un ricordo. Qualche anno fa quando sono stata in Germania ho visitato la città di Weimar nella regione tedesca Turingen. La città di Goethe e Schiller. Ho avuto l'occasione di visitare il Goethes Gartenhaus, ovvero la residenza estiva del poeta che si trova nel Parco An der Ilm.Ricordo che mentre la raggiungevamo a piedi mi colpirono due cose, la prima è che è una casetta piccola e dall'aspetto molto umile, mai avrei immaginato potesse essere la residenza di un così grande scrittore, la seconda che è completamente immersa nel verde circondata da distese di prati e boschetti. Uno di quei luoghi nei quali quando ti ci trovi ti senti in pace con il mondo intero. La semplicità dell'esterno si ritrova anche entrando. La curiosità, che come un flash ieri è tornata alla mia mente, si trova nell' Arbeitszimmer ovvero nello studio di Goethe. La sedia del suo scrittoio, non è una sedia! Ma uno sgabello di legno a forma di sella. La guida ci raccontò che siccome lo scrittore scriveva prevalentemente di notte (come vuole la tradizione dei poeti romantici) per non rischiare di addormentarsi stava seduto su quello scomodo seggiolino. Un colpo di sonno e sarebbe caduto da quello sgabello,nemmeno tanto basso..E' inutile, è così, per fare una cosa fatta bene non si può prescindere dal sacrificio e dalla fatica.. bravo Goethe..

sabato 19 giugno 2010

Rompendo il ghiaccio..

Eccomi qua..pronta a lanciarmi nel grande mondo dei blogger...Mi sento proprio come se mi avessero dato una stanza e mi avessero detto : "E' tua..chiamala come vuoi..dipingi le sue pareti come preferisci..arredala con ciò che ti piace.." ed io precisa come al solito resto un pò indecisa su come la voglio disegnare. Considerando che la mia vera camera cambia layout (volendo usare un termine da blog!) circa ogni sei mesi..e che qui le modifiche sono a portata di click prevedo che il mio "scrittoio" subirà continui cambiamenti di immagine. Quindi non mi resta che entrare nella mia nuova stanza e cominciare ad ambientarmi prima che arrivino gli ospiti..